Di recente ho voluto provare i nuovi pacchetti che offre Altervista, la nota società che offre hosting gratuiti, per realizzare siti web.
Ci saranno già in molti che inizieranno a sostenere che Altervista, essendo una piattaforma gratuita, non è criticabile. Ovvero: il servizio è questo. Se piace bene, se non piace si possono acquistare hosting.
Ma voglio controbattere a questa affermazione più tardi. Una cosa alla volta.
Per prima cosa vediamo i vari piani che offre la piattaforma. Sono due. Il primo è un pacchetto studiato per offrire tutto ciò che serve per la realizzazione di un blog. Il secondo invece offre un piano hosting a tutti gli effetti.
Il primo pacchetto, come raffigura anche lo screen permette di avere spazio illimitato, traffico illimitato, una buona piattaforma come base, ovvero WordPress. Quindi ottimi benefici. Ma non si ha l’accesso alle impostazioni php, non si ha accesso ftp e neppure l’accesso al proprio database. Invece se si opta di scegliere un pacchetto hosting, si ha accesso alle risorse di gestione del proprio spazio, ma in cambio si ha uno spazio e una quantità di traffico molto limitati. E per limitati intendo dire veramente molto limitati.
E’ chiaro che ci tengono molto che gli utenti scelgano il pacchetto blog e non hosting? Ma perché? Beh, se qualcuno ipotizza che questa scelta è dovuta al fatto che aprire un accesso ftp e uno al database costi dei soldi o del tempo… si sbaglia di grosso. Non costa praticamente nulla aprire questo genere di accessi.
Parlando sempre di spazio disponibile sul pacchetto hosting, è possibile espandere il proprio spazio. E anche all’infinito, come dice la pubblicità del servizio. Ma questo ha un costo. E non c’è neppure bisogno che io commenti, guardando i prezzi, perché è meglio.
Si esiste anche il pulsante “Ottieni gratis”, ma per questo servono gli AlterCent, ovvero la moneta di Altervista, che si guadagna soltanto con il guadagno pubblicitario; per la precisione, ad ogni centesimo di euro guadagnato corrisponde ad un AlterCent. E per espandere lo spazio di un giga servono solo 3.662 AlterCent.
Un po’ difficili da guadagnare in poco tempo. E se serve spazio in più al più presto possibile? Beh Altervista consente di espandere il proprio spazio gratuitamente di 2 gb, ma se ne serve di più? Beh bisogna pagare.
Ora parliamo delle specifiche tecniche dei server messi a disposizione agli utenti. Viene promesso durante la registrazione uno spazio illimitato nel caso si opti una soluzione blog. Non viene specificato in nessun modo la metodologia di gestione dello spazio web.
Lo spazio illimitato non vuol dire che l’utente ha accesso ad una memoria di massa illimitata, anche perché questo tipo di memoria non esiste e penso che non esisteranno mai, anche perché è fisicamente impossibile che ciò avvenga. Avere a disposizione uno spazio illimitato significa che la piattaforma espande lo spazio disponibile a seconda di quanta memoria occupano i file e i dati in generale dell’utente. Vi faccio un esempio. Il provider del mio hosting, ovvero la società 1&1, ogni 50 gb di spazio che occupo, mi incrementa il mio spazio disponibile di altrettanti 50 gb, in un ciclo tale da rendere effettivamente il mio spazio illimitato.
Parliamo invece del traffico. Innanzi tutto la domanda che molti si faranno è: che cos’è il traffico? Beh il traffico in poche parole è la quantità di dati espressa in GB che il server può ricevere e/o inviare. Ogni server è connesso ad una connessione internet per poter risultare online e quindi rendere possibile il collegamento a internet con vari utenti (client). E fin qui ci siamo. Ma Altervista non specifica la banda disponibile, che è la velocità di trasferimento dati. Anche io a casa mia ho il traffico illimitato, ma ho una banda limitata a 7 megabit. E 7 megabit in un server sono veramente pochissimi, soprattutto se si vogliono avere tanti visitatori sul proprio sito o blog.
Inoltre la banda disponibile è condivisa con altri utenti di Altervista? O è a singolo account? Anche questo a quanto sembra non è dato saperlo, perché non viene ne menzionato, ne specificato in nessun modo.
Altri dettagli che proprio non vengono menzionati sono: la memoria ram messa a disposizione per il funzionamento di ogni hosting, la velocità e il tipo di processore, il tipo di sicurezza adottato e quindi i vari sistemi utilizzati per prevenire vari attacchi, il tipo di database, la sua gestione e quant’altro. Una cosa che so è che nel pacchetto hosting il database è nella stessa macchina che ospita lo spazio (localhost). Questo fattore non giova molto sul servizio, anzi è veramente un aspetto altamente negativo
Parliamo ora di supporto tecnico. Il supporto tecnico per questa piattaforma è praticamente inesistente. Esiste soltanto il supporto della community, reperibile tramite il loro forum.
Con questo tipo di supporto non si hanno ne garanzie se i problemi riscontrati vengano risolti e se la persona che risponderà sia abbastanza competente da poter aiutare in un modo efficiente.
L’unica assistenza che svolgono i tecnici di Altervista è assistenza tecnica verso i server dell’azienda. Quindi coprono soltanto il campo hardware e delle loro infrastrutture di rete.
Dopo aver trattato di argomenti più o meno tecnici, vorrei approfondire la differenza tra il pacchetto blog e il pacchetto hosting.
Quello che non mi piace di questa nuova gestione è il fatto che il gestore del blog non possa controllare lo stato dei suoi file (anche perché non solo non ha accesso ftp, ma non ha accesso neppure a un pannello di controllo in cui possa controllare lo stato del suo spazio web e amministrarlo).
Non può controllare lo stato del database ed effettuare quindi delle query ove ce ne fosse bisogno. Tutto questo è un grave problema di sicurezza. Chi mi dice che i dati che io inserisco non vengano copiati, manipolati senza il mio consenso? Nessuno.
Il pacchetto hosting consente di controllare questi aspetti, ma è veramente molto limitato sotto moltissimi aspetti. Queste limitazioni secondo me sono state applicate non per risparmiare risorse, anche perché fornire un pannello di controllo con qualche accesso a vari servizi non costerebbe nulla. Queste limitazioni sono state applicate per spingere le persone ad utilizzare un pacchetti si più vantaggioso, ma che sia facilmente controllabile all’insaputa dell’utente
Molti ora sosterranno che comunque questo servizio è gratuito, ed essendo tale, non si può pretendere praticamente nulla.
Ed è qui che voglio introdurre il mio ragionamento. Altervista fornisce ad ogni utente che si registra alla piattaforma due tipologie di banner pubblicitari da inserire nel proprio sito, ovviamente obbligatoriamente. Infatti per tenere aperto il servizio, ogni utente è costretto ad inserire almeno un banner pubblicitario nel proprio sito. Altrimenti lo spazio verrebbe chiuso.
Ci sono due tipi di circuiti pubblicitari. Il primo circuito comprende i banner di Altervista. Praticamente Altervista fa dei contratti con varie aziende per pubblicizzare i vari prodotti o servizi; una sorta di Google Adsense. Il secondo circuito comprende un tipo di banner frutto della collaborazione tra il network Altervista e Google Adsense.
E qui viene il bello. Google Adsense, da contratto, prende il 45% del totale dell’inserzionista, ovvero colui che inserisce gli annunci pubblicitari nel proprio sito. Altervista, inoltre, sul rimanente, si prende ben 35%. Praticamente poco meno della metà.
Per il fatto dei banner di Altervista, non si capisce bene come funzionino, anche perché non sono pochi gli utenti a lamentarsi di cali drastici negli incassi rispetto alle visualizzazioni ricevute. Fatto sta che fino ad un anno fa Altervista prendeva 80% sul totale. Dato che non ci sono state variazioni nel contratto di licenza, penso che il compenso sia sempre lo stesso.
Quindi non è vero che Altervista non guadagna nulla sui domini aperti dagli utenti, anzi. Moltiplichiamo i guadagni di ogni singolo sito per tutti i siti che ospita, ovvero per il momento 2 milioni e mezzo, scopriremo che di soldi ne fa.
Poi se calcoliamo tutti i dati personali che entrano nei loro database e tutti i materiali dei vari blog o siti creati, scopriamo che è possibile guadagnare molto di più.
Quindi secondo me questa azienda potrebbe offrire molto di più ai suoi utenti, ma questo è soltanto un punto di vista.
In definitiva penso che Altervista non sia un servizio da optare, se si vogliono realizzare progetti seri, ma che bisognerebbe scegliere servizi migliori, dove ospitare senza problemi la propria piattaforma.
Con questo è tutto. Spero che l’articolo vi sia piaciuto. Vi aspetto alla prossima