Oggi, in questo nuovo post, andremo ad affrontare un argomento che in questo blog non è stato mai affrontato, o per lo meno mai affrontato in un post dedicato. Ora è giunto il momento di rimediare a questa mancanza… con questo nuovo articolo.
Oggi come avrai potuto leggere dal titolo, o vedere dalla miniatura del post, andremo a parlare di cryptomonete e di mining. Lo so, sono due nomi che alcuni di voi non hanno mai sentito parlare o ne hanno sentito parlare in modo molto superficiale, causando quindi in voi una certa confusione. Ma non vi preoccupate, oggi andremo ad approfondire insieme questi due argomenti.
Detto questo iniziamo
Iniziamo col dire che il mining e le cryptomonete sono due terminologie collegate. Infatti le cryptomonete è un determinato tipo di valuta. Il mining è la tecnica usata per elaborare queste monete. Per elaborazione, in questo caso, si intende proprio crearle.
Che cosa sono le cryptomonete?
Le cryptomonete sono delle monete virtuali. A differenza delle monete tradizionali, come ad esempio l’euro, che hanno un sistema economico tale da prevedere una banca centrale che gestisce la moneta stessa, ne stabilisce il valore e decide quante banconote stampare, in base al valore economico di cui la banca centrale può vantarsi, le cryptomonete non hanno una banca centrale. Il loro valore si basa soltanto su due fattori: domanda e disponibilità.
Mi spiego meglio. La domanda o richiesta è l’esigenza del mercato di una determinata moneta. La disponibilità è il numero di monete virtuali appunto disponibili e vendibili nel mercato. Più la domanda è maggiore della disponibilità, più queste monete virtuali valgono di più. Se la domanda è inferiore alla disponibilità, quindi ci sono tantissime cryptomonete nel mercato, più di quelle necessarie, allora il loro valore cala drasticamente.
Quindi più c’e lavoro di mining (operazione per creare cryptomonete), più c’è disponibilità. Più c’è disponibilità, più il valore di mercato di una determinata cryptomoneta (ce ne sono di diversi tipi) cala.
Che cos’è il mining?
Avendo citato più di una volta il termine mining, spieghiamo in cosa consiste. Prima però dobbiamo spiegare alcune cose.
Che cosa serve per effettuare l’operazione di mining?
Per tutte le operazioni di mining, servono due cose: grande potenza di calcolo e grande disponibilità elettrica.
Partiamo dalla prima: grande potenza di calcolo
Per effettuare il processo di mining è necessario impiegare una macchina molto potente, 24 ore al giorno, per tutti i giorni, per effettuare questo tipo di processo.
Il mining è un processo che richiede davvero una potenza immane, che non può essere fornita neppure dal processore più potente disponibile sul mercato civile. Per questo motivo, per questo tipo di attività, ci si deve rivolgere alle schede video. Le schede video infatti, al loro interno, non hanno 4 o 8 core di processore. Ma possono avere anche 2000 core. Fattore essenziale per elaborare in modo molto veloce i dati necessari per questa operazione. E per avere una macchina sufficientemente potente da effettuare un’operazione di mining che sia redditizia, non è sufficiente una scheda video o due, ma una serie di schede video. Anche 8 o 10 schede video di ultima generazione, collegate nella stessa scheda madre (se vi interessa questo argomento, fatemelo sapere nei commenti).
Per questo motivo, quando si verifica un’aumento dell’attività di mining da parte dell’utenza, il prezzo delle schede video sale tantissimo. Sale in quanto aumenta sensibilmente la richiesta, ma la disponibilità è più bassa. E quindi ci ritroviamo a pagare una 1080 TI non più 200 euro, ma anche 450 euro.
Questo concetto di richiesta e disponibilità, per le schede video, è lo stesso che si applica per definite il valore delle cryptomonete.
Passiamo alla seconda: grande disponibilità elettrica
Ovviamente un computer del genere, necessario per il mining, che deve rimanere acceso 24 ore al giorno, richiede non poca elettricità. Quando si effettua questo tipo di attività si deve tenere conto che ovviamente la spesa elettrica, oltre alla spesa dei componenti, è molto alta.
Molto spesso il normale contratto di energia elettrica non è sufficiente. Calcolando che un contratto di base, solitamente, fornisce una tensione di 240V, potrebbe risultare insufficiente per far funzionare un computer adatto per il mining e tutti gli altri elettrodomestici della casa. Una soluzione spesso adottata è quella di prendere in affitto un secondo locale, con un secondo contratto di energia elettrica, dedicato interamente alla strumentazione per il mining.
Molto spesso infatti non è possibile richiedere nella propria abitazione una tensione elettrica maggiore, da quella fornita, dato che molto probabilmente gli elettrodomestici e tutte le componentistiche elettriche della casa, molto probabilmente non supportano una tensione maggiore ai 240V. Non è una buona cosa mandare in corto circuito tutto.
Ma perché servono così tante risorse per effettuare mining?
Effettuare il mining consiste nel “prestare” la propria potenza di calcolo alla community online che lavora per realizzare le monete virtuali. Questa potenza di calcolo prestata viene renumerata, ad ogni giornata, con un determinato prezzo, che va a seconda di quante monete virtuali sono state realizzate in quel giorno.
Rispetto a qualche anno fa, quindi, il guadagno è assicurato. Infatti qualche anno fa si doveva usare la propria potenza di calcolo per calcolare in modo autonomo le cryptomonete. Questo causava il fatto che si poteva avere, in determinati giorni, guadagni molto alti, ma si poteva anche fare flop per diversi mesi, perdendo di conseguenza non pochi soldi.
Al giorno d’oggi, dato che si deve prestare le proprie risorse hardware alla community, in ogni caso si guadagna qualcosa, anche quando le cose non vanno bene.
Ma per i guadagni ne parliamo dopo.
Dicevamo: serve tanta potenza di calcolo. Ma perché?
Il motivo è semplice. Il sistema di creazione delle monete virtuali consiste nel dover decriptare, usando la tecnica del brute force, che consiste di provare tutte le combinazioni possibili, l’header (che sarebbe l’intestazione) di un blocco. Un blocco, una volta decriptato, equivale a una cryptomoneta. I blocchi vengono generati da un algoritmo. Essenzialmente più blocchi vengono decriptati (più header dei blocchi, dato che si parla di header), più viene incrementata la difficoltà. Infatti tutto il sistema delle cryptomonete si basa su un fatto molto semplice: lo stesso algoritmo, che è collegato ad una rete di computer indipendente presente in tutto il mondo, crea dei blocchi. Più blocchi vengono decriptati, più genera dei blocchi sempre più complicati. Più i blocchi sono complicati, più aumenta la difficoltà e la potenza di calcolo necessaria. Più aumenta la potenza di calcolo e la difficoltà, più è difficile guadagnare, dato che è possibile che per un mese non si riesca a decriptare più nulla.
Dopo un determinato periodo di tempo che non viene decriptato un blocco, l’algoritmo inizia a generare nuovi blocchi con una difficoltà inferiore. Quindi diventa più facile guadagnarci.
E’ un nuovo modo di gestire una moneta.
Conviene effettuare il mining?
La risposta è no. Non sempre. Conviene solo per chi ha dei soldi, tanti soldi, da investire nel sistema e quindi poter condividere una potenza di calcolo notevole. Alcune aziende guadagnano tanto, ma perché forniscono alle community una potenza di calcolo proveniente da sistemi con più di mille schede video. Una potenza veramente indecifrabile e incalcolabile.
In conclusione
Questo è stato il primo post di una serie che spero possa prosperare bene, sulle monete virtuali. Spero che questo tipo di argomento vi possa piacere.
Con questo è tutto…. alla prossima!