Benvenuti a tutti in questo nuovo articolo, dove terrò una nuova recensione. Una recensione di un sistema operativo (Remix) di cui avevamo già trattato un po’ di tempo fa in questo articolo.
L’altra volta avevamo visto che questo progetto era molto valido, ma che presentava alcuni problemi, riguardanti in parte la stabilità (per colpa di Compiz) e problemi riguardanti una sezione del gestore pacchetti perché non funzionava la funzione di aggiunta dei repository.
Questa nuova versione, completamente rifatta, è possibile andarla a scaricare e vedere tutte le info in essa correlate dall’indirizzo web www.chilios.altervista.org, un sito che apprezzo molto per la sua originalità, in quanto è stato interamente sviluppato a mano, senza l’ausilio a quanto pare di CMS (ad esempio WordPress). Questo dimostra che chi sta portando avanti questo progetto, ci tiene molto che sia fatto bene e che funzioni.
Nella sezione documentazione del sito è possibile trovare la guida all’installazione della remix. Se volete, potrete anche aprire la guida direttamente da questo indirizzo. Questa è la guida indicata per chi usa un supporto dvd per inserire la live di ChiliOS. Per chi volesse usare una chiavetta USB, è disponibile quest’altra guida.
Una cosa di cui mi ero lamentato la seconda volta era la scarsa presenza di una buona documentazione che documentasse tutta la remix e spiegasse le cose importanti che l’utente giustamente deve sapere. Ora questo problema è stato risolto e finalmente possiamo godere di una buona documentazione, scritta in modo semplice e che quindi chiunque può capire e attuare quanto scritto.
Di solito nelle recensioni spiego come installare il sistema, ma dato che è egregiamente spiegato nella documentazione, salterò questo passaggio.
L’unico consiglio che posso darvi è che dopo l’installazione dovrete cambiare la password utente in quanto il metodo proposto nella documentazione lascia i valori di default. Sinceramente questa cosa non mi piace molto, perché ritengo giusto che un utente possa decidere già da subito la propria password utente, nome utente, password di root (super user) e così via. Ma non è una cosa grave e questo dettaglio è facilmente trascurabile.
Bene iniziamo a vedere Chili OS
Questa remix al momento è disponibile soltanto con l’architettura a 64 bit. Non dovrebbe essere un problema in quanto tutte le macchine con un processore non dico al top, ma che comunque sia abbastanza recente, non ci sono problemi. Per chi invece ha un computer meno performante dovrà aspettare la versione con l’architettura a 32 bit.
L’immagine pesa neppure 1 GB, Questo vuole dire che una volta tanto troviamo un sistema che non ha al suo interno un intero archivio di programmi inutili che non servono praticamente a nessuno, ma c’è quello che serve e tutto il resto sono novità e funzionalità.
Una volta installato il sistema ed è il momento di effettuare il primo login ci ritroveremo davanti a questa interfaccia grafica, che io ritengo molto pulita e fatta bene. Ottima scelta anche lo sfondo
Il sistema è molto reattivo, molto più della scorsa versione. E’ un sistema operativo stabile, basato su piattaforma stabile, dato che è basato su Ubuntu 14.04 LTS (supporto fino al 2019). Questo permette a chi la installa di non doversi preoccupare di fare il cambio di versione e di ritrovarsi un sistema stabile. Il produttore di questa remix (che non cito il nome per non avere alcun tipo di problema) ha lavorato molto bene dal punto di vista della stabilità. E’ molto reattivo (infatti io l’ho installato su una macchina virtuale con neppure 2 GB di ram e il sistema si è avviato, compreso il tempo di inserire la password, in poco più di 10 secondi). Cosa veramente molto buona.
Il DE è XFCE e il Desktop è questo
Una cosa che mi è piaciuta molto è la barra delle applicazioni, che è un pannello trasparente, largo (che quindi il suo colore si adatta ad ogni sfondo inserito) e che presenta delle belle icone. Le icone sono in uno stile molto bello, comprensibili (ho visto sistemi operativi le cui icone erano da interpretare). Come possiamo notare sulla scrivania c’è l’icona del programma Systemback. Questo perché chi volesse creare una copia di questo sistema operativo (per backup o per creare un’altra remix con delle specifiche modifiche, è possibile farlo).
In questa versione (rispetto alla versione precedente) è stato rimosso il tool grafico (ormai “leggermente” obsoleto) compiz. E questo si nota, in quanto il sistema è una scheggia.
Questo è il file manager della remix
Il file manager è il thunar
L’unico problema che ha questo file manager (dal lato grafico) è che si vede che forse per colpa del tema installato, le scritte sono molto chiare e lo sfondo troppo scuro. Questo fa si che è non molto facile leggere tutte le scritte in modo chiarissimo. Per il resto il file manager non ha nessun problema. Io non ho notato problemi. Poi magari può darsi che usandolo molto potrebbero venire a galla qualche bug, ma non penso.
Questo è il terminale della remix
Il terminale ha molte funzioni in più rispetto all’originale di Ubuntu. Come possiamo notare ad esempio nella prima parte è presente un calendario per poter vedere il giorno attuale, informazioni sull’orario, informazioni sul kernel (tutte info utili che sono subito accessibili senza doverle andare a cercare). Idea molto buona.
Un bug che persisteva nella scorsa versione e che persiste tuttora è il fatto che manca il modulo di apt (il gestore pacchetti del sistema) per aggiungere i repository esterni, ovvero “add-apt” (cosa molto importante in qualsiasi distribuzione Linux e che se manca potrebbe essere un bel problema).
Nella versione precedente di Chili OS il proprietario di questo progetto aveva cercato di risolvere il problema con delle patch, senza successo. Speriamo che l’aggiornamento per risolvere il problema venga il prima possibile, perché è un peccato un bug del genere in una remix funzionale come questa.
Ora andiamo a vedere il gestore delle impostazioni, che praticamente è lo stesso che è presente di default nel DE XFCE e che gestisce le varie impostazioni del sistema operativo. L’unica cosa che cambia è lo stile delle icone perché sono differenti dall’originale.
Una cosa che ritengo molto bella di questa remix è il menu, il visker menu, che è con un tema dark.
Una cosa molto importante da dire è che anche se il menu ha un tema scuro, si vedono molto bene sia le icone che le scritte. Il tema del menu è stato fatto molto bene. La comodità del Visker menu è quella in qui è possibile vedere un menu in stile moderno, suddiviso in categorie, con la possibilità di modificare i predefiniti e che abbia una barra di ricerca per cercare i vari programmi installati (questo menu non ricerca i file nel sistema, ma soltanto i software, come la maggior parte dei menu disponibili su GNU/Linux).
In questo sistema, negli accessori troviamo molti tool per rinominare file, formattare unità rimovibili (es chiavette USB), creare chiavette bootabili (con una live Linux all’interno) ecc… Tool molto interessanti e che possono tornare molto utili all’utente che andrà ad installare e ad usare questa remix.
Come dicevamo all’inizio, in questo sistema sono installati soltanto i programmi basi, per compiere le prime operazioni con il computer, le operazioni di base insomma. Questo la ritengo un’ottima cosa, perché è giusto che poi l’utente possa andare ad installare quello che ritiene più opportuno. Installare nuovi programmi non è difficile, dato che si può fare semplicemente con il terminale o con il gestore pacchetti (già preinstallato) Synaptic, l’alternativa veloce, completa ed efficiente, al software center di Ubuntu (che sinceramente è un po’ pesante).
Come possiamo notare, ritornando nel menu delle applicazioni, che c’è una voce “Browser web”. Questa è una voce generica, un collegamento, che fa aprire il browser predefinito, che in questo caso è il Firefox (l’unico installato per fortuna).
L’unica cosa che non mi piace di questo browser è che c’è installata l’estensione AdBlock, ma lasciamo perdere che è meglio. Ne ho già ampiamente parlato di questo discorso. Usatelo in modo consenziente.
Il browser è molto reattivo, molto veloce, e anche molto ricco di estensioni che possono tornare utili.
Un tool molto interessante del sistema operativo è il Gedit. Si, il semplice editor di testo di Gnome, che però è stato modificato e aggiunte molte funzioni, anche specifiche per piccoli progetti di programmazione.
Rimanendo in tema di editor di testo, è presente una suite di ufficio, il libreoffice, opportunamente modificato graficamente.
P.S: scusatemi se il cursore si vede in dimensioni giganti. Non è colpa della remix, ma del mio programma di cattura immagini che ho sul mio PC.
Questo è quello che offre questa remix, per lo meno le cose più importanti. E’ una remix che è davvero molto veloce, prestante, efficiente e che vale semplicemente la pena di provarla e perché no installarla. E’ adatta sia per i neofiti di Linux o comunque del computer in generale, ma è anche adatta per chi è più esperto e usa il PC per fare cose più complesse e difficili.
Io l’ho provata in modo intenso e posso dire che non è mai andata in crash, neppure una volta. Questo è senza dubbio un buon segno, che dimostra che questa remix è stata pensata e concepita in modo corretto.
Peccato che ha alcuni bug, che come abbiamo visto riguardano, come la versione precedente, il gestore pacchetti. Ora non so perché ci sia questo bug, non riesco a capire se il problema è che non è installato o se ci sono problemi di conflitti con altri componenti di sistema. Sicuramente questo bug è da risolvere in tempi molto brevi.
Il sistema è migliorato secondo gli aspetti riguardanti la rimozione di Compiz. Con questa modifica il sistema è diventato veramente molto meglio e molto più funzionale
Con questo io concludo l’articolo, ringrazio il produttore di Chili OS per avermi consigliato di fare questa recensione. Ciao alla prossima 🙂