Nel mio ultimo post abbiamo parlato della problematica che si è verificata tra Facebook e Cambridge Analytica, una delle più importanti aziende a livello mondiale nell’analisi psico-sociale delle persone.
All’inizio di quell’articolo avevo sottolineato il fatto che la maggior parte delle testate giornalistiche italiane (ma anche quelle internazionali), stanno sparando una notizia poco vera dietro l’altra. Non dico fake news, dato che un fondo di verità c’è e quindi definirle completamente false sarebbe sbagliato, ma sicuramente ben lontane da poterle considerare notizie attendibili.
A me sembrano per lo più notizie di propaganda, volte a far indignare l’utenza sul business di facebook, che facevo notare nel precedente post, essere ben chiaro, dato che è specificato anche nelle policy al momento della registrazione al social.
Le informazioni su Facebook, ma anche su qualsiasi altra piattaforma similare, vengono infatti raccolte, analizzate e catalogate, pronte per essere vendute al migliore offerente o pronte per essere usate da un’applicazione che lo richiede.
Avete presente tutte quelle applicazioni che chiedono il consenso di accedere al vostro profilo Facebook e che il social stesso vi avvisa che quell’applicazione richiede determinati dati personali? Bene, se andate ad accettare tali condizioni, accettate che quell’applicazione, o meglio il servizio che vi sta dietro, prenda e utilizza come meglio crede le vostre informazioni.
Avete dato voi l’autorizzazione, non ve li hanno rubati, quindi non è considerata un’azione illegale.
Bene in entrambi i casi, quindi sia che Facebook venda i vostri dati o sia che un’applicazione richiede delle vostre informazioni personali per poter andare avanti nell’usare un servizio, la vostra privacy è compromessa. E non è una novità. Diciamo che le persone hanno sempre sottovalutato effettivamente la situazione, finché grazie ad una diatriba di tipo economico (si, si tratta proprio di questo e ripeto, ne abbiamo parlato nel precedente post), trasformata poi in uno scandalo mediatico dei media, non ha fatto altro che mostrare l’ovvio alle persone. E a questo punto… beh quest’ovvio non è più ignorabile.
Per questo motivo Facebook ha avuto un problema alla sua immagine. Problema tale che ha fatto si che molti investitori, non investissero più, con il conseguente crollo in borsa. Crollo economico, si fa per dire, che è stato sfruttato dai media per affermare che “Facebook chiuderà presto o cambierà modo di gestire il servizio”. Affermazione…. ovviamente falsa.
Ma perché sarebbe falsa?
Partiamo col dire che Facebook non potrà mai chiudere per ovvie ragioni, tra cui il fatto che sia la piattaforma social per eccellenza e non esiste nulla in confronto, al giorno d’oggi, che sia in grado di equiparare Facebook o addirittura per superarlo.
Uno dei motivi per cui questo social network sia il migliore è il sistema di sponsorizzazione, che come abbiamo potuto vedere anche noi, funziona veramente bene. Così bene da essere considerato il primo al mondo. Neppure Google riesce a raggiungere tale risultato. Questo è per farvi capire di che cosa stiamo parlando.
Il secondo motivo che dimostra che tale notizia è falsa è il fatto che su Facebook sono registrati circa 2 miliardi di persone. Vi posso assicurare che convincere un utente a migrare da una piattaforma ad un’altra è qualcosa di veramente difficile. Figuratevi farlo per 2 miliardi. Inoltre, riallacciandoci al primo punto, le aziende avrebbero dei seri problemi, dato che riescono a pubblicizzarsi al meglio grazie al traffico che garantisce il social.
Il terzo punto è che se dovesse chiudere Facebook, toccherà poi a tutti gli altri social network e motori di ricerca, tra cui Google stesso, dato che adotta una politica di gestione delle informazioni davvero similare. Entrambi infatti guadagnano grazie all’ingente mole di informazioni raccolte da tutti gli utenti registrati o che semplicemente usano il servizio.
L’ultimo punto che mi viene in mente di citare (ce ne sarebbero altri, ma sono di scarsa rilevanza), è il fatto che questa notizia sta circolando per un motivo. Ai media tradizionali farebbe davvero comodo se un social come Facebook chiudesse. Infatti Facebook ha cambiato totalmente il modo con cui le persone si informano, riducendo drasticamente le visite verso gli articoli pubblicati dalle varie testate giornalistiche, che per cercare di accaparrarsi quei due click in più, gonfiano i titoli a dismisura.
Quindi beh… è normale che loro spingano gli utenti a credere che Facebook avrà i giorni contati, o i mesi contati. Gli farebbe comodo e quindi lo sperano proprio!
Quindi…. beh questa notizia è falsa. Spero che con questo articolo sia riuscito a fare chiarezza su un argomento come questo, veramente complesso da comprendere per chi non ha una cerca esperienza.
Se è così mi fa davvero molto piacere!
Con questo è tutto… alla prossima!