Nella giornata di ieri il parlamento europeo si è riunito per votare a favore o contro la proposta di legge relativa all’articolo 13, che nel corso di questi ultimi mesi ha ricevuto diversi cambiamenti e ha cambiato numerazione, trasformandosi quindi nell’articolo 17.
La sostanza di questa legge, di questo articolo, nonostante le svariate modifiche ricevuto, non ha poi avuto un cambiamento sull’effettivo impatto che causerà ad internet, per lo meno in Europa.
Infatti i politici che ci rappresentano, all’interno del parlamento europeo, nonostante tutte le battaglie che la popolazione ha portato avanti nel corso dell’ultimo anno, nonostante le proteste in piazza di milioni di persone di diversi paesi (queste manifestazioni in pubblica piazza si sono tenute in quasi tutti i paesi membri dell’unione europea) e nonostante la campagna firme aperta su change.org, noto sito no-profit per la raccolta firme, che ha raccolto quasi 6 milioni di firme (il più alto numero di firme raccolte in tutta la storia di quel portale), la cui campagna per dovere di cronaca la potrete andare a recuperare cliccando qui. Nonostante tutta questa mobilitazione di eventi che si è susseguita l’articolo oltre a cambiare numerazione e oltre a ricevere piccole modiche giusto per dare qualche contentino alla popolazione, comunque non sufficienti per i motivi che vedremo successivamente nel corso di questo articolo, non è stato assolutamente rivisto nella sua interezza.
Il tutto è da allacciare al fatto che ieri appunto durante l’incontro di tutto il parlamento europeo, la legge è stata approvata. Ci vorranno circa due anni perché la legge diventi esecutiva per tutti gli stati. Non è assolutamente un processo facile, però comunque ormai il danno è praticamente fatto. A meno che qualcuno nel parlamento europeo e dubito a questo punto che ciò possa accadere, si svegli e che effettivamente si renda conto di quello che stanno facendo.
Una mia considerazione
Prima di proseguire con il mio articolo e descrivervi a cosa effettivamente stiamo per andare in contro, volevo battere una mia piccola considerazione. La voglio allegare a questo post, in modo evidente con un paragrafo isolato, in quanto comunque non è corretto pubblicare una notizia o comunque un qualsiasi contenuto informativo contenente un opinione personale, senza che essa venga dichiarata esplicitamente.
Volevo ribadire un concetto chiaro. In europa si solo mobilitate decine di milioni di persone, tutti a sostenere la medesima cosa. Che questa legge così come è stata scritta non va assolutamente bene, per i motivi che poi andremo ad analizzare insieme.
Oltre alla mobilitazione in piazza, hanno parlato di questa proposta di legge centinaia di milioni di blog, tra cui il mio con questo articolo, ne hanno parlato numerosissimi canali youtube (basta scrivere articolo 13 o #saveyourinternet) nella barra di ricerca nella nota piattaforma di streaming, per trovare milioni di video a riguardo, il cui contenuto alla fine era lo stesso, in quanto per la prima volta penso nella storia della comunicazione moderna, milioni di persone appartenenti ad un intero continente, ma comunque con mentalità e culture differenti, erano d’accordo sugli stessi punti di questa situazione.
Ora tutti questi contenuti sono stati visti da milioni di persone, che li hanno condivisi nelle proprie reti sociali, hanno magari firmato varie petizioni, tra cui la petizione che vi ho mostrato prima, moltissime persone, grazie anche alla mobilitazione di siti istituzionali come wikipedia, hanno contattato per email o per canale telefonico gli stessi politici in modo diretto.
Ora dopo tutto questo polverone che è saltato fuori, 356 parlamentari (quelli che hanno votato a favore della legge) hanno deciso di fare di terza propria e andare contro a quello che era il pensiero comune della maggior parte delle persone che abitano nei paesi dell’unione europea. Secondo me qui c’è stato sicuramente un grosso problema di democrazia. Il mio non è un sito di politica e io non mi occupo di politica, se non nel mio personale, ma sicuramente questo comportamento non è stato proprio dei migliori.
Comunque torniamo a noi
Ribadito questa mia considerazione personale, che ci tenevo in particolar modo ad esternare, possiamo procedere.
L’articolo 17 contiene un’insieme di normative atte a regolamentare il diritto di autore (il così detto copyright), a favore delle grandi società di redazioni. In pratica le grandi redazioni, che detengono il copyright dei contenuti che pubblicano, possono richiedere delle sanzioni e possono indire delle vere e proprie cause legali nei confronti delle grandi multinazionali, che gestiscono i più grandi social network come Facebook, nel caso l’utenza di questi ultimi dovesse pubblicare dei post, dei video o una qualsiasi forma di contenuto appartenente ad una di queste case editoriali.
Presto detto quindi che serve (ed è specificato anche all’interno dell’articolo stesso) e che viene imposto, un sistema di controllo durante dell’upload (del caricamento, traducendo dall’inglese per i meno abbienti), che verifichi che il contenuto non contenga traccia di contenuti di terze parti. Ci sono alcune eccezioni, specificate in un modo poco chiaro. Per esempio secondo l’ex articolo 13, i blogger potranno prendere alcuni spezzoni da articoli pubblicati da testate giornalistiche. Il problema è che non viene specificato il numero di righe che lo spezzone deve avere o il numero di parole tollerato, non è specificato quanti spezzoni al massimo debba contenere un articolo e soprattutto non viene specificata la modalità che si deve adottare per specificare la somma.
Non essendoci questo genere di chiarimenti, si rischia e lo hanno detto davvero in tanti, che i gruppi editoriali possano in un qualche modo interpretare la legge come meglio le aggrada.
Nell’articolo viene anche specificato che un gruppo editoriale può decidere, se per caso viene riscontrato un caso di “evasione” e quindi un content creator fa uso più del dovuto di un contenuto di proprietà dello stesso gruppo editoriale, un proprio compenso da poter richiedere alla piattaforma social che ospita quello specifico content creator. E se invece il content creator dovesse essere un blog, che pubblica nel proprio spazio, il compenso e l’eventuale causa legale sarà tutta riversata sul blogger stesso.
Spostandoci ai contenuti audio visivi, come i video su youtube, qui nasce un vero e proprio massacro, passatemi il termine. Per l’articolo 13, ormai 17, non sono tollerati parti di video o parti di brani musicali protetti da copyright al suo interno. Facendo questo, per esempio, tutti i canali su youtube che si occupano di informazione e che magari mostrano qualche articolo di cronaca per andarlo ad analizzare poi nel corso del video stesso, non potranno più proseguire con la loro attività. Con questo, ci sarebbe sia una perdita di contenuti in rete dovuto a questo divieto, ma anche una perdita economica, visto che molti dei content creator, o youtubers in questo caso, che si occupano di argomentare fatti di cronaca lo fanno per lavoro. E se non possono più fare questo per lavoro… beh perdono lo stipendio o la loro forma di reddito.
Il problema però non riguarda solo gli youtubers che fanno video di cronaca, ma tutti i content creators su youtube in generale o su qualsiasi altra piattaforma di streaming, che riproduce i contenuti nel continente europeo. Infatti se un video non potrà contenere una traccia musicale registrata presso una grande azienda discografica per esempio, quindi uno youtuber non potrà registrare una propria cover (tutti quei canali di musica spariranno) e non potrà usare uno sfondo musicale in un proprio video, magari in un vlog.
Non potranno più esistere canali che recensiscono film, in quanto non potendo aggiungere nessuno spezzone del film che stanno parlando, o del trailer che stanno discutendo, non possono ovviamente trattare quel genere di argomentazione.
In pratica questo genere di contenuti sarebbe possibile solo per chi ha una disponibilità economica così alta da poter pagare i diritti di ogni casa cinematografica o un qualsiasi gruppo editoriale, riducendo per suo riflesso la liberà di espressione che ha da sempre contraddistinto internet rispetto ad un qualsiasi altro canale di comunicazione più tradizionale, per così dire, come la tv, la radio, o il giornale stampato.
Con questo post non si vuole insinuare che il copyright non sia importante e che non vada assolutamente rispettato. A parte il fatto che in europa esistevano già normative sul copyright abbastanza importanti, che tutelavano o che comunque cercavano di tutelare i diritti di tutti. Sia i diritti di chi produce dei contenuti, che i content creators più piccoli, al di fuori dei circuiti delle grandi aziende.
Con questo articolo invece si sta spostando il focus e si sta dando forse troppa libertà decisionale e perché no, troppo potere ad alcune aziende a discapito poi della libertà di espressione e quindi della sopravvivenza dello stesso internet, per lo meno nel territorio europeo.
Questo in realtà è una problematica che farà si che causerà un enorme danno ad internet anche al di fuori dell’unione europea, visto che una tale restrizione causerà una così grande perdita economica delle grandi multinazionali che una perdita di contenuti, visto che un intero continente sarà seriamente vincolato e ristretto nella pubblicazione di nuovi contenuti, che probabilmente il danno che si verrà a creare causerà un danno ad internet nella sua globalità.
Ora, possiamo dilungarci in tutti gli aspetti morali o chiederci da chi venga tutta questa proposta di legge e tutta questa movimentazione improvvisa nel parlamento europeo. Io ho delle risposte, che voglio tenere per me, ma penso che nel corso di questo post, leggendo tra le righe, possiate intravedere le mie teorie in merito.
Lascio però a voi esprimere la vostra opinione in merito. Detto questo vi saluto e vi ringrazio per avermi seguito fino a qui, in questo articolo che secondo me è uno dei più importanti del mio blog.
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