Chili OS Builder V2 è l’ultimo rilascio di una derivata di Ubuntu 14.04 LTS, sviluppata da Emanuele, che presenta numerose novità sia dal punto di vista innanzi tutto della velocità di sistema, dalla stabilità e dalla funzionalità.
Facciamo un breve percorso storico.
Questa derivata è nata come una remix. Una remix è un rilascio di una distribuzione in cui ci si limita ad aggiungere o togliere programma e a cambiare il tema. Non è nulla di più. Chili OS è passata da questo tipo di sistema a una derivata, in quanto si sta allontanando sempre di più dai default forniti dalla base Ubuntu.
Una novità molto recente è stata l’aggiunta di un repository, che permette agli utenti di poter scaricare i pacchetti aggiunti in più durante lo sviluppo del sistema (quindi che non sono presenti nei repository ufficiali di Ubuntu) senza dover obbligare gli utenti a scaricare script e a installarli manualmente per fare tutto ciò. I vari aggiornamenti verranno effettuati (così mi è parso di capire) durante il normale aggiornamento del sistema operativo, quindi tramite comando sudo apt-get update && sudo apt-get upgrade o tramite il gestore di aggiornamenti integrato di default in Ubuntu. Una cosa praticamente molto facile per gli utenti (soprattutto per quelli meno esperti) e un sistema anche più veloce per chi sta sviluppando il sistema, in quanto non è costretto a pubblicare gli script, ad avvertire gli utenti ecc…
Ci sono stati 3 rilasci in tutto (compreso questo) nel corso della storia di questo sistema. I rilasci (anche quelli più datati), è possibile scaricarli da questo indirizzo. Dall’indirizzo appena postato è possibile accedere, inoltre, alla guida per l’installazione e molte altre informazioni che possono tornare utili.
Io per questo sistema operativo ho dedicato 2 articoli.
- Il primo, che potrete visionare cliccando qui, descrivo il primo rilascio, in cui avevo notato alcuni problemi, molti relativi alla stabilità e alla velocità, per colpa di Compiz, un tool rilasciato da Canonical ormai veramente obsoleto, che consente di aggiungere effetti grafici speciali all’apertura delle finestre e ad altri movimenti con la grafica del DE.
- Nel secondo, che potrete visionare cliccando qui, descrivo il secondo rilascio, in cui avevo notato un netto miglioramento nel lato della stabilità e della velocità, a tal punto da farmi pensare (e infatti l’avevo anche scritto) che era stato rimosso Compiz. In realtà è stato mantenuto, ma sono state praticamente disabilitate tutte i moduli aggiuntivi, riducendo quindi tutti gli aspetti grafici al minimo.
E ora come si presenterà il sistema. Vediamo insieme.
Ho installato il sistema su una macchina virtuale con una configurazione di 1500 mega di ram, 8 gb di hdd, una scheda video di 128 mb, accelerazione 3d, un processore dual core da 2.16 GHz. Quindi una configurazione mediamente prestante, come la maggior parte dei computer di fascia bassa, disponibili e in vendita. In più c’è anche il fattore che è una macchina virtuale e quindi il sistema solitamente risulta più lento rispetto a un’installazione effettiva su un computer.
Il sistema operativo installato è di architettura a 64 bit. Non è disponibile la versione a 32 bit, ma ritengo che non sia necessaria e poi penso che non sarà mai disponibile in quanto in tutti i precedenti rilasci non è mai stata resa disponibile.
Il login del sistema
Il login del sistema è gestito da XDM (XFCE Desktop Manager), mantenuto ai suoi default, sia come grafica, che come funzionalità.
Il desktop
Il desktop del sistema e comunque tutta la grafica e il layout del DE del sistema in generale si presenta con uno stile molto pulito, senza troppi fronzoli, con una grafica quindi molto minimale, che ricorda molto Windows, ma che è molto accattivante.
Una particolarità di questo sistema è che riesce ad essere molto leggero anche se la grafica non è ridotta al minimo sindacale, proprio per non lasciare l’utente soltanto con una shell. Cosa che invece molti sistemi operativi non fanno, in quanto per rendere un sistema operativo leggerissimo e per giunta con un’architettura a 64 bit, devono installare un DE come LXDE, che ok è molto personalizzabile e tutto, ma ai suoi default non è proprio molto gradevole alla vista, è un po’ come se ti ricordasse che stai usando un computer da buttare.
Invece questo sistema no. Installa un DE minimale, ma completo, l’XFCE, con delle personalizzazioni grafiche molto accattivanti e che quindi, con queste caratteristiche, il sistema operativo diventa adatto sia per i computer ormai datati che non riescono più a reggere sistemi molto avanzati come Windows 10 o nell’ambito di GNU/Linux, che ne so, Opensuse KDE, che occupando un quantitativo di risorse molto elevato, non sono adatti per questi computer datati. Installandoci sistemi come ChiliOS posso confermare che il computer ha la possibilità di rinascere.
Inoltre questo sistema si adatta anche a computer moderni e di alte prestazioni. Questo perché questo tipo di sistema può essere impiegato per risparmiare risorse del computer e preservarle per poi fare lavori pesanti, come modellazione 3D o montaggi video di alta qualità.
Una cosa molto bella sono le icone, Numix Circle Ocean, che stanno molto bene con il tema.
Il tema, come dicevamo è molto minimale e appena il sistema è avviato è possibile vedere un pannello posizionato nella parte bassa dello schermo, che funge da pannello delle applicazioni, dov’è presente il pulsante del menu (che apre il Visker menu, spero di averlo scritto giusto), sono presenti (nella parte sinistra) le applicazioni predefinite. Possiamo vedere il Firefox, alla versione 22, l’emulatore di terminale, il file manager, il gestore pacchetti e il gedit. L’icona nera vicino al pulsante del menu non funziona, non porta a nulla. Questo è uno dei pochissimi bug che ho trovato.
Nella parte destra troviamo una piccola icona rosa con una maglietta che apre il pannello dell’aspetto.
Con questo tool, originario di XFCE, è possibile modificare lo stile delle finestre, è possibile cambiare le icone, modificare le impostazioni dei font delle finestre e altre impostazioni più generiche.
Una cosa che è possibile vedere da questo screen è il contrasto che produce il segnale indicativo della finestra attiva presente nella barra delle applicazioni.
Dopo l’aspetto, troviamo il monitor di sistema, che si apre con l’iconcina azzurra.
Questo è il gestore processi del sistema (l’omonimo del task manager di windows) dov’è possibile controllare i processi attivi e quindi terminarli oppure, molto più semplicemente, controllare le risorse usate dal sistema. Si è vero, la versione di GNOME sarebbe stata meglio, dal punto di vista grafico, ma non ha importanza, funziona in modo egregio anche questo.
Dopodiché troviamo il calendario di XFCE
Poi troviamo il controllo delle connessioni di rete (Wireless, LAN e Proxy)
E infine il controllo del volume
Qui troviamo un piccolo problema. Il problema è che se si clicca su Impostazioni audio, il sistema non apre nulla. Sembra che sia un collegamento danneggiato, o che non sia presente proprio un programma di regolazione avanzata dell’audio in ingresso e in uscita (come il Pulse Audio).
Ok. Nella parte sinistra della barra, dicevamo che è presente innanzi tutto il pulsante che apre il menu. Il menu è il Visker menu, un menu molto utilizzato (anche per via della compatibilità) maggiormente con XFCE. Non è il menu di XFCE, in quanto nei suoi default questo DE ha un menu classico a tendina, in stile windows 98 o nello stile dei primi mackintosh con mouse e tastiera.
Il menu è caratterizzato da un tema scuro. Il menu con tutte le categorie si trova nella parte a sinistra e le varie applicazioni vengono mostrate nella parte destra.
E’ presente anche una barra di ricerca delle applicazioni. Questo tipo di ricerca non riesce a cercare file o cartelle, ma soltanto le applicazioni già installate. Si possono comunque ricercare, volendo anche i file, installando un piccolo programmino, che non è presente di default. Ma ciò non causa alcun problema, in quanto è possibile installarlo in seguito, anche se non è sinceramente indispensabile.
I programmi preinstallati
I programmi preinstallati sono ridotti all’essenziale. Come ho sempre detto nelle mie svariate recensioni, è meglio trovarsi in una situazione analoga a questa, che ritrovarsi un sistema operativo con una miriade di programmi preinstallata, che poi va a finire che l’utente finale ne userà se va bene la metà.
Troppi programmi preinstallati causano non solo la necessità di occupare molto spazio su disco rigido inutilmente, che su computer un po’ meno recente potrebbe essere un serio problema, in quanto lo spazio è poco, ma c’è anche il problema che la ISO da scaricare del sistema operativo è molto grande e visto e considerate le reti italiane… penso che ne sappiate qualcosa, su cosa vuol dire scaricare 3 GB di roba e quanto tempo è necessario per tutto questo.
Essendo che c’è un numero di programmi veramente esiguo, la ISO da scaricare è di soli 700 mega e poco più, una cosa fantastica, per mio parere personale.
Vediamo i programmi messi come preferiti nella barra delle applicazioni.
Firefox
Il firefox è alla versione 42b5, che penso sia l’ultima versione disponibile, se non ricordo male. Comunque anche se così non fosse (e sicuramente non sarà così, dato che quando verrà scaricato questo sistema operativo, potrebbero essere già mesi che è stata pubblicata l’immagine), è possibile aggiornare i programmi in modo molto facile o da terminale o da gestore aggiornamenti di Ubuntu.
Una cosa bella che ha il browser (secondo la mia filosofia) è che è stato rimosso AdBlock, a differenza delle 2 versioni precedenti.
Emulatore di terminale
Il terminale graficamente e funzionalmente è quasi uguale alla versione precedente del sistema. Una cosa bella che però è stato aggiunto è il fatto che ad ogni apertura del terminale il colore delle scritte viene modificato in modo random. Il sistema ne sceglie uno in maniera random tra quelli disponibili. Una cosa veramente molto carina, questo aspetto.
Il terminale presenta tramite degli script, alcune rapide informazioni, che possono tornare utili, come il calendario, la data e l’orario e la versione del kernel installata e in uso nel sistema operativo.
Intanto che il terminale è aperto vorrei farvi vedere se uno dei bug più grosso di questo sistema, che è presente dal primissimo rilascio sia stato risolto. Il bug riguarda apt-add, il modulo di apt (il gestore pacchetti interno di Ubuntu) che permette di aggiungere PPA esterni, oltre a quelli pre-caricati di default. Ad esempio se si vuole installare un programma come Simple Screen Recorder, è necessario aggiungere un PPA esterno per poterlo installare, in quanto non è presente nei repository ufficiali di Ubuntu.
Con questo bug non è possibile fare ciò e quindi possiamo ben capire che è un problema piuttosto grave e anche molto difficile per il programmatore, fixarlo.
Il problema come possiamo ben notare, non è stato ancora risolto, in quanto non trova questo modulo,, ma credo che si sia vicino ad una soluzione.
N.B: In questo caso è un errore mio. Il comando corretto è sudo add-apt-repository e funziona correttamente. Scusatemi, ho sbagliato, ma sono qui per correggermi. Negli scorsi articoli di ChiliOS, però il bug era presente
File Manager
Questo è il file manager di ChiliOS. Il thunar. Funziona veramente molto bene, è estremamente veloce e rispetto all’altra volta, le scritte nelle icone si vedono meglio senza grossi problemi.
Come gestore pacchetti troviamo il Synaptic, un gestore pacchetti molto leggero, che non è esoso di risorse. E’ stato rimosso l’Ubuntu Software Center, in quanto per colpa della sua grafica accattivante è e rimarrà secondo me per sempre, molto pesante.
Gedit
Il Gedit è un’editor di testo semplice. Sono state apportate alcune modifiche, che troverete spiegate in modo dettagliato nel sito ufficiale di ChiliOS.
Ultimi dettagli
La scorsa volta, quando ho mostrato lo screen di Libreoffice, avevo dello che era bella la grafica modificata. In realtà la grafica di questa suite è quella di default della versione 5. Ho detto una gran cavolata, quindi.
Conclusioni
Questo sistema è veramente molto veloce e prestante. E’ uno dei punti forza dell’intero sistema. Anche se è un sistema molto accattivante, la velocità rimane splendidamente veloce e questo è un buon risultato.
Questo è uno dei progetti che io considero molto validi nel mondo GNU/Linux, perché è uno dei pochi progetti che ascoltano realmente i bisogni degli utenti. E questo progetto ne da veramente la prova.
Una cosa che lo rende a mio avviso migliore è il fatto che non è copia incolla, chi ha sviluppato il sistema non si è limitato a piazzare 2 programmi, ma come abbiamo visto ha fatto molto di più, ma molto di più.
In definitiva, complimenti ad Emanuele.
Ciao al prossimo articolo 🙂